SAVIGLIANO
Piazza Santa Rosa
La vita della città si snoda intorno a Piazza Santa Rosa, cuore della città medievale. È dedicata al noto patriota Santorre di Santa Rosa, saviglianese tra i protagonisti dei moti rivoluzionari del 1821, il cui monumento svetta al centro della piazza. Tutto intorno l’abbraccio dei palazzi medievali appartenuti alle famiglie più importanti: testimoni di questo prestigio sono le case torri, le eleganti facciate decorate da finestre in cotto e affreschi, gli ombrosi portici che ospitano botteghe e storici caffè. Su tutto svetta la maestosa torre civica risalente al XIII secolo; fu modificata più volte nel corso del tempo e appare oggi coronata dalla cella campanaria ricostruita dopo un incendio nel 1644. All’imbocco di via Sant’Andrea sorge l’arco trionfale: un tempo si era soliti costruire archi trionfali per celebrare avvenimenti importanti, ma solitamente, essi erano realizzati in legno o fiori e frasche. Solo le città più facoltose potevano permettersene uno in muratura e Savigliano fu una di queste. Nel 1585, per festeggiare il passaggio di Carlo Emanuele I di Savoia con la sposa Caterina d’Austria, fu infatti costruito l’arco su progetto dell’architetto torinese Giovanni Battista Riva e con decorazioni del pittore saviglianese Giovanni Angelo Dolce. Intorno al 1845 grazie all’architetto Maurizio Eula si aprì il passaggio laterale di collegamento con i portici.
Palazzo Muratori Cravetta e palazzo Taffini d’Acceglio
Il quartiere di Sant’Andrea ospita alcuni dei gioielli architettonici della città, come il prezioso Palazzo Muratori Cravetta. L’edificio è caratterizzato da uno splendido giardino alla francese recentemente ripristinato e dall’elegante facciata del cosiddetto Padiglione del Duca, in cui sculture e affreschi del XVI secolo celebrano la stirpe sabauda. Tra i busti è riconoscibile quello di Carlo Emanuele I, morto proprio in questo edificio nel 1630. Da un antico portone in legno lungo i portici di via Sant’Andrea si accede ad uno dei più bei palazzi aristocratici del Piemonte: Palazzo Taffini d’Acceglio. La famiglia Taffini ebbe gran prestigio presso la corte sabauda a partire dal XVI secolo e la costruzione di questa sede di rappresentanza ne fu la consacrazione. Il palazzo è costituito da due corpi con porticati e logge organizzati intorno a una corte e dal 2015 “Múses - Accademia europea delle essenze”. Al centro è stato allestito il Giardino dei Sensi, popolato da piante aromatiche, officinali ed essenze floreali. Qui campeggia l’installazione intitolata La palette del pittore di Franz Stähler: una fontana odorosa che nebulizza getti profumati avvolgendo i visitatori. Il percorso di visita si snoda in 13 sale che attraverso contenuti multimediali, installazioni d’arte contemporanea ed esperienze sensoriali offrono la possibilità di scoprire la storia della profumeria nel corso dei secoli. Fiore all’occhiello dell’edificio è il grandioso salone d’onore affrescato da maestranze saviglianesi della scuola del Molineri dopo il 1637, data della battaglia di Mombaldone dipinta sulla parete est. Un arioso loggiato a trompe l’oeil avvolge lo spettatore sui quattro lati; su di esso sono appesi finti arazzi che illustrano i trionfi di Vittorio Amedeo I di Savoia, celebrato anche dalla Fama e dalla Vittoria sulla volta e dai puttini festanti che intrecciano con le foglie le lettere del suo nome. Accanto alla porta, Carlo Emanuele I, dipinto come una scultura bronzea, accoglie i visitatori ammirando le imprese del figlio.
Il civico teatro Milanollo
Il teatro è frutto dello spirito ottocentesco che favoriva la creazione di luoghi dedicati allo svago, alla cultura, alla vita quotidiana. Tra 1834 e 1836 nacque così il teatro civico, su progetto dell’architetto saviglianese Maurizio Eula e per volontà di un gruppo di cittadini, come ricordato dall’iscrizione sulla facciata neoclassica. La decorazione scultorea richiama i temi tipici del teatro: la Gloria che incorona Musica e Poesia in alto e le statue della Tragedia e della Commedia nelle nicchie laterali. L’interno è un piccolo gioiello dall’acustica perfetta: ha pianta ovale, con doppio ordine di palchi, galleria e loggione. Al pittore saviglianese Pietro Ayres si devono le decorazioni pittoriche con l’Apoteosi di Psiche sul soffitto e Galatea e Polifemo nel ridotto del teatro, una saletta al primo piano allestita come un piccolo teatro per la musica, con tanto di loggia per l’orchestra. Dal 1899 il consiglio comunale delibera all’unanimità di dedicare il teatro alla memoria delle sorelle Teresa e Maria Margherita Milanollo, celebri musiciste saviglianesi conosciute in tutta Europa.
Museo civico Antonino Olmo e gipsoteca Davide Calandra
Il seicentesco convento di San Francesco ospita il Museo Civico “Antonino Olmo” e la Gipsoteca “Davide Calandra”. Lungo il chiostro quadrangolare e nelle celle dei monaci, spazi accuratamente allestiti raccontano la storia del territorio a partire dal lapidario medievale, passando per i preziosi polittici del XIV e XV secolo, le testimonianze della scuola pittorica saviglianese nata nel Seicento intorno alla figura di Giovanni Antonio Molineri, la collezione di pittura e scultura “Attilio Bonino”. Valgono una sosta speciale la saletta allestita con gli oggetti appartenuti alle violiniste saviglianesi Maria e Teresa Milanollo, il plastico in rilievo realizzato nel 1817 da Marco Nicolosino, fondamentale testimonianza dello sviluppo urbanistico della città, e la sezione dedicata all’arte “programmata e sperimentale” dei movimenti artistici degli anni Settanta del Novecento. Nella luminosa chiesa, ha trovato scenografica collocazione la raccolta di calchi in gesso di Davide Calandra, donata dalla figlia Elena nel 1973. In una suggestiva carrellata sono esposti gli strumenti del lavoro del grande scultore, statue in gesso, crete, bozzetti, disegni. Si riconoscono i calchi preparatori di alcuni tra i più importanti monumenti italiani, tra i quali il Fregio per l’aula del Parlamento italiano a Montecitorio del 1910, il monumento di Umberto I a Roma o del Principe Amedeo a Torino.
San Pietro
Il ritrovamento di una lapide romana del I secolo d.C., avvenuto nel 1822, lascia supporre che la chiesa sorga sui resti di un tempio dedicato alla dea Diana. Ricordato nel 1028 come importante monastero benedettino, San Pietro conserva alcune delle più importanti testimonianze d’arte della città. Il presbiterio è sovrastato dalla maestosa ancona lignea dipinta nel 1510 da Gandolfino da Roreto, qui chiamato dal fratello, allora monaco di San Pietro: si tratta di uno dei polittici rinascimentali più belli del Piemonte. All’inizio del XVII secolo, la decorazione delle lunette fu affidata a Cesare Arbasia, che affrescò figure di santi pontefici, vescovi e monaci benedettini. Nella prima lunetta a destra lasciò le proprie iniziali e la data 1607. Qualche decennio più tardi, nel 1621, fu Antonio Molineri a salire sui ponteggi per dipingere i due grandi affreschi con il martirio di San Pietro e di San Paolo, le grottesche e le monumentali figure di santi dentro finte nicchie. Anche le cappelle delle navate conservano importanti opere come il fonte battesimale del 1498, il potente San Gerolamo di Giovanni Antonio Molineri, la statua del Cristo morto di Carlo Giuseppe Plura, sotto l’altare della cappella del crocifisso, la tela di Sebastiano Taricco in controfacciata.
Museo ferroviario piemontese
Il Museo Ferroviario Piemontese è un vero paradiso per gli amanti dei treni, grandi o piccoli che siano. E’ dedicato alla memoria di tre grandi ingegneri piemontesi: Sebastiano Grandis, Severino Grattoni e German Sommeiller. L’allestimento è articolato in diverse sezioni: all’esterno, oltre settanta mezzi tra locomotive, carrozze e veicoli speciali sono stati salvati dalla distruzione. Alcuni di essi sono stati restaurati e sono ancora oggi mantenuti in efficienza: muoversi tra le carrozze e i sedili in legno vi trasporterà in un viaggio affascinante nel passato. All’interno, ci si può perdere tra cimeli, attrezzi, accessori, modellini e plastici. Di grandissimo interesse è il plastico donato da Riccardo Mina, con comando elettronico digitale che permette di pilotare contemporaneamente un gran numero di convogli nello stesso momento e in modo indipendente l’uno dall’altro, avvicinandosi molto ai sistemi utilizzati per comandare i treni nella realtà. La sezione “L’Officina di Savigliano. Una storia di treni e di persone”, infine, è uno spazio dedicato alla storia dei treni fabbricati proprio qui e alle persone che li hanno costruiti.
CREDITS
Regia: Paolo Ansaldi
Post-Produzione: VDEA Produzioni
Traduzioni: Europa 92
Copywriter e ricerca: Laura Marino
FINANZIAMENTI
ATL del Cuneese
RINGRAZIAMENTI
Nadia Lovera, Silvia Olivero, Valeria Primo