CUNEO, Chiesa San Sebastiano

Info:

Contrada Mondovì - Cuneo
www.museodiocesanocuneo.it

Orari apertura al pubblico:
Chiesa:
tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Museo Diocesano:
martedì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 17.00, venerdì dalle 14.00 alle 16.00

Biglietto:
intero 5 € - ridotto 3 €

Cenni storici:

Una prima manifestazione del culto di San Sebastiano si concretizzò in Cuneo con la delibera del Consiglio Comunale (1431) che portò alla costruzione di una cappella a pianta circolare situata nei campi all'inizio dell'odierno corso Nizza.
Poiché la chiesetta veniva a trovarsi fuori dalle mura, si avvertì la necessità di creare nel cuore della città un luogo di devozione al Santo, particolarmente invocato nelle pestilenze.
La nuova sede venne trovata nella vecchia chiesetta di San Giacomo la cui confraternita era andata estinguendosi, tanto da comportare la donazione – nel 1481 – del vecchio ospedale alla fiorente confraternita S. Croce. Così si rinnovò l'oratorio sotto il titolo di S. Giacomo e San Sebastiano. L'interno venne affrescato con la storia del Martirio di San Sebastiano e la facciata ebbe un dipinto rappresentate, ai lati del Crocifisso, i due santi storici, Sebastiano e Giacomo, e due nuovi santi domenicani, San Vincenzo Ferrer e Santa Caterina da Siena.
Gli eventi bellici del 1557 furono disastrosi per la chiesa della Confraternita, tanto da imporre la ricostruzione.
Si cominciò dal coro, opera dei mastri Fontana e Scala (1595) per poi passare all'aula e alla facciata (1621): la nuova chiesa venne consacrata nel 1625. Nel 1626 si collocò la pala sopra l'altar maggiore, opera di G. A. Molineri da Savigliano, che due anni più tardi affrescò (e firmò) i quattro Evangelisti nei pennacchi della cupola. Due documenti (1629 e 1632), relativi all'acquisto dell'organo e alla fattura del campanile, citano la “Compagnia San Sebastiano e Madonna Santissima del Carmine”, testimoniando pertanto l'avvenuta introduzione di questa nuova devozione, tuttora vigente.
Ben presto si rese necessario ampliare l'aula dell'oratorio fino a portare (1663) la facciata a filo strada (attuale Contrada Mondovì). Nel 1730 si costruì la nuova sacrestia e la sovrastante sala del Consiglio, e l'ano successivo anche il coro venne ampliato, realizzando i due nicchioni laterali. Dal 1736 al 1754 presbiterio e coro furono oggetto di lavori importanti: per il nuovo altare, progettato dal Nolfi, si volle l'approvazione di F. Gallo (1736), e i migliori artisti locali del momento furono impegnati per lavori di abbellimento: Cipriano Beltramelli per gli stucchi dell'altare stesso, il quadraturista Per Antonio Pozzi ed il figurinista Alessandro Trono per la decorazione della volta. Per ultimo, venne posata la nuova balaustra in marmi policromi e, grazie all'opera del “mastro da bosco” Antonio Drocco, si adattarono, ampliandoli, i banchi lignei del coro. Le strutture del presbiterio e coro attuali sono ancora quelle che risultano alla chiusura del cantiere nel 1754.
La navata invece è stata interamente rifatta nel XIX secolo: tra il 1830 e il 1844 vennero sfondate le pareti laterali per ottenere le due cappelle di Sant'Anna e del Carmine; la struttura muraria venne sopraelevata per adeguarsi alle dimensioni del coro e, su progetto dell'architetto Rovere, l'aula fu dotata di cupola, affrescata dal pittore Giuseppe Toselli di Peveragno. La facciata, di gusto neoclassico come l'aula, su progetto dell'arch. F. De Matteis, fu compiuta, nella parte inferiore, nel 1844, e ultimata nel 1889. Infine nel 1899 l'ing. Ponzo costruì il nuovo campanile, neogotico.
Dal 2001 è in corso un grande lavoro di recupero dell'intero complesso in vista del museo diocesano aperto al pubblico nel 2012.

Visita guidata:

Facciata

Quattro lesene corinzie incontrano il portale (sui pannelli lignei sono ripetute le frecce, simbolo del Santo titolare) e sorreggono un robusto cornicione, su cui si sviluppa un secondo ordine, dove, tra due lesene ioniche, spazia un finestrone semicircolare con statua in stucco di San Sebastiano. Un ultimo accenno classicheggiante è fornito dal timpano triangolare.


Navata

L'aula unica è ampliata sui lati da dua cappelle. Lesene corinzie con capitelli dorati e ricco cornicione ci ricordano il gusto neoclassico predominante all'epoca (1830-40). La luce piove dal cupolino centrale e dall'ampio finestrone di facciata. Gli affreschi del Toselli non hanno pretese iconografiche, ma prevalgono motivi floreali.


Tele

Del ricco patrimonio di tele che un tempo arredavano la navata, e oggi non sono purtroppo fruibili perché conservate in depositi di sicurezza (Storie di San Sebastiano, l'Apostolato forse di G. Bruno, ritratti di benefattori, ecc.), è esposto un solo esemplare, a destra della balaustra, che rappresenta la Natività.
I quadri della Via Crucis sono di A. Pastore (1875).


Statue

Ricco è il corredo di statue, a testimonianza delle diverse devozioni praticate dalla Confraternita. In controfacciata, entro nicchie vetrate, troviamo Sant'Antonio da Padova e San Giovanni Bosco. Presso l'ingresso sono collocate le due statue lignee processionali (sec. XVIII) di San Sebastiano e della Madonna del Carmine. Presso le balaustre degli altari laterali sono:
San Giuseppe con Gesù bambino e Santa Teresina, a destra:
Santa Rita da Cascia e Sant'Espedito, a sinistra.


Cappella di Sant'Anna

Entro l'ancona neoclassica è collocata la tela di Sant'Anna, di anonimo del Novecento: raffigura la titolare con Maria Adolescente, San Gioacchino e Santa Caterina d'Alessandria. La statua di Santa Dionisia è collocata sotto la mensa dell'altare. A ridosso della parete laterale, un bel confessionale barocco.


Presbiterio

A parte gli sfondamenti laterali del coro, la struttura è ancora quella di fine sec. XVI, e stilisticamente si stacca nettamente dalla navata. Le fastose decorazioni della volta risaltano per cromatismo ed effetti scenici: sopra le finte architetture di P.A. Pozzi prorompe in un tripudio di angeli e santi la Gloria del Paradiso, per mano del cuneese A. Trono.
Nei pennacchi sono raffigurati i quattro Evangelisti con i loro simboli. Opera di G.A. Molineri (1628), portarono nella nostra zona il vento nuovo delle esperienze romane dell'autore: la corposità delle figure, il panneggio dei vestiti, il gesto vigoroso richiamano lezioni michelangiolesche e superano definitivamente la stagione della pittura gotica che fino a pochi decenni prima aveva dilagato in tante nostre chiese e cappelle.


Coro

Lo stesso Molineri, nella pala dell'altar maggiore (1626) ci offre invece un esempio di quanto da lui appreso dalle tele del Caravaggio: le figure sono modellate dalla luce, e si stagliano sul fondo buio, risaltando con maggior forza sull'assenza di paesaggio. La scena rappresenta i due Santi Sebastiano e Giacomo ai lati del Crocifisso, con due confratelli incappucciati e angeli. Una copia ottocentesca di questa pala fu realizzata dal Vinay per la confraternita di San Sebastiano di Castelletto Stura.
Lo spazio del presbiterio è separato dal coro da elementi di balaustra in legno, probabili testimonianze della vecchia balaustra di inizio Seicento, rimpiazzata a metà del sec. XVIII dall'attuale, in marmi policromi.


Cappella del Carmine

Quattro colonne corinzie e il timpano sopra l'altare racchiudono il gruppo statuario ottocentesco della Madonna del Carmine, in stucco: la Madonna regge Gesù Bambino conformata da angeli in preghiera. La tela delle Anime del Purgatorio è opera di I. Cocordano (1884).
Anche questa cappella è dotata di un confessionale barocco.


Tribuna

E' un raro esempio di tribuna a due piani, quello inferiore per la cantoria e quello superiore per l'organo, opera di C. Serassi (1878).


CREDITS

Regia: Gianluca de Angelis
Post-Produzione: TEKLA TV
Copywriter e ricerca: Laura Marino


FINANZIAMENTI

 
ROTARY CLUB Cuneo 1925


RINGRAZIAMENTI

Don Luca Favretto