CUNEO, Chiesa di Santa Croce

Storia

La Confraternita di Santa Croce è presente a Cuneo fin dal XIV secolo. I confratelli si riunivano per le celebrazioni e per prestare il proprio servizio nell’assistenza di ammalati e bisognosi; essi indossavano un saio bianco con cappuccio, per nascondere il volto e non dare spazio a ostentazioni. A partire dal Cinquecento si insediarono nel quartiere di San Francesco, dove sorgeva l’importante convento dei Francescani: all’interno di questa chiesa, i confratelli possedevano una cappella che avevano fatto affrescare da Pietro Pocapaglia da Saluzzo nel 1482 e che conserva ancora oggi la decorazione originaria. Anche la confraternita di Santa Croce aveva un proprio oratorio e naturalmente l’ospedale, che era cresciuto nel corso del tempo; la struttura poteva ospitare fino a una cinquantina di persone, per un’attività sanitaria basata allora più sull’assistenza e sul ricovero che sulle cure vere e proprie. Nel dicembre 2017, dopo un lungo periodo di chiusura, la chiesa di Santa Croce viene riaperta al pubblico, restaurata e messa in sicurezza.


Esterno

All’inizio del Settecento la chiesa venne completamente rinnovata: il progetto fu affidato al torinese Antonio Bertòla. Il cantiere, avviato nel 1709, fu condotto dall’architetto Francesco Gallo che apportò alcune modifiche all’idea del maestro, soprattutto in facciata; nel 1715 la chiesa risultava già terminata e si poteva procedere alle celebrazioni. Il corpo dell’edificio è collocato trasversalmente rispetto all’isolato, con un andamento concavo che crea un piccolo sagrato, particolarmente d’effetto per chi arriva dalle anguste contrade del centro storico. La chiesa è incastonata all’interno del grande complesso dell’ospedale di Santa Croce: costruito a più riprese tra 1732 e 1876, esso ha servito la città fino agli anni Sessanta, quando i servizi sono stati trasferiti nella sede attuale, nella zona della stazione ferroviaria. Oggi l’edificio è destinato a diventare sede della biblioteca civica e ospita già la sezione dedicata a bambini e ragazzi.


Interno

La pianta della chiesa si compone di due ellissi, raccordate dall’area del presbiterio, una per il coro, l’altra, per l’assemblea, ulteriormente movimentata dalle cappelle laterali. Alla decorazione interna, conservatasi straordinariamente in modo organico, lavorarono i principali artisti del periodo: al quadraturista Pietro Antonio Pozzi si devono le finte architetture dipinte nelle cappelle laterali, il luganese Domenico Beltramelli realizzò gli eleganti stucchi con elementi floreali, puttini e angeli, il pittore Francesco Gaggini affrescò entro le cornici le figure delle Virtù, dei Profeti, dei dottori della Chiesa e degli Evangelisti. Lungo il perimetro dell’aula sono collocati i quattordici teleri (provenienti dalla vecchia chiesa) dipinti nel 1626 da Giulio e Giovanni Battista Bruno per le famiglie nobili affiliate al sodalizio e raffiguranti i Miracoli della croce. Tra gli arredi della chiesa è di particolare pregio il gruppo processionale con il Cristo porta croce attribuito a Giuseppe Maria e Stefano Maria Clemente e databile a metà Settecento.


Coro e presbiterio

Il presbiterio è la zona di raccordo tra aula e coro: lo delimita una sinuosa balaustra chiusa dal cancelletto in ferro battuto proveniente dalla chiesa cinquecentesca. Al centro è l’imponente altare in marmi policromi, decorato da un ricco parato argentato; particolarmente degno di nota è il tronetto arricchito da angioletti e strumenti della Passione. Il grande coro era il vero perno della vita religiosa della confraternita, capace di ospitare fino a 70 – 80 confratelli che qui si riunivano per la preghiera e per le assemblee. Al centro della serie dei banchi si inserisce la cosiddetta cattedra di san Bernardino, opera quattrocentesca in parte rimaneggiata, sulla quale si dice si fosse seduto Bernardino da Siena durante la sua permanenza in città nel 1418. Molto scenografica è l’ancona dell’altar maggiore, con i monumentali angeli che presentano la tela con l’Invenzione della croce dipinta dal genovese Giuseppe Galeotti negli anni Sessanta del Settecento.


Le cappelle laterali

Le due grandi cappelle che si aprono nell’aula sono dedicate rispettivamente al Suffragio – a destra - e a San Bernardino – a sinistra. Nella cappella di destra campeggia la luminosa tela realizzata dal pittore cuneese Alessandro Trono nel 1732 che raffigura San Michele rivolto alle anime del purgatorio con la Trinità e la Madonna; tutto intorno le finte architetture i teschi e le statue della Preghiera e dell’Elemosina dipinte da Pietro Antonio Pozzo nel 1717. La cappella di fronte ripropone uno schema analogo: la tela seicentesca – proveniente dalla chiesa precedente – è di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo ed è affiancata dalle figure della Fortezza e del Martirio. Nella cappella è presente una bella tela attribuita ai fratelli Bruno che rappresenta il beato Angelo Carletti protettore della città di Cuneo.


Le collezioni

La lunga vita della confraternita ha fatto sì che confluissero nelle sue collezioni numerose opere di grande valore, in parte provenienti da altre chiese del territorio. Nell’antica sala del consiglio e nei depositi sono conservate importanti dipinti: l’Apostolato di chiara impronta caraveggesca, le eleganti Sibille, la potente Madonna con Bambino e San Francesco Borgia realizzata da Andrea Pozzo o l’affollato Cristo al Limbo di Giovanni Angelo Dolce. Notevole anche il patrimonio di sculture che comprende crocifissi quattrocenteschi e i pregevoli armadi con le storie di San Brunone che l’esercito.


CREDITS

Regia: Paolo Ansaldi
Post-Produzione: VDEA Produzioni
Traduzioni: Europa 92
Copywriter e ricerca: Laura Marino


FINANZIAMENTI

 
ROTARY CLUB Cuneo 1925


RINGRAZIAMENTI

Studio Violino Architetture
Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle