VILLAR SAN COSTANZO, Antica Abbazia Benedettina e Riserva Naturale dei Ciciu

Cenni Storici

L'Abbazia Benedettina di Villar San Costanzo fu fondata intorno al 712 per volontà del Re Longobardo Ariperto II. Subì una prima distruzione durante l'invasione saracena della pianura cuneese, come tutti gli edifici abbaziali della zona. Quale fosse la reale consistenza degli edifici intorno a quest'epoca si può desumere da quanto resta del complesso abbaziale; esso era costituito da tre corpi comunicanti: la chiesa, il convento e le abitazioni dei contadini; il tutto racchiuso in un muro di cinta. Dopo la distruzione dei Saraceni ed una prima ricostruzione nel XI secolo, in particolare con Adelaide di Susa, il complesso subì successivi danneggiamenti con la guerra tra Manfredo IV di Saluzzo e gli angioini ad inizio secolo XIV. La nuova ricostruzione del monastero, della chiesa e del villaggio fu opera dell'abate Dragone Costantia di Costigliole fra il 1316 e il 1341; alla morte dell'abate la vita conventuale decadde. Verso il 1450 l'abate Giorgio Costantia di Costigliole restaurò le strutture cadenti si fece costruire una cappella funeraria nella navata di destra e ad affrescarla chiamò il pittore Pietro da Saluzzo. Nel 1722 l'architetto Francesco Gallo di Mondovì fu incaricato del rifacimento della chiesa e ciò comportò l'inserimento della nuova struttura barocca nella navata centrale.


La cappella di San Giorgio

L'abate Giorgio Costantia di Costigliole, eletto nel 1447, fece restaurare le strutture cadenti e, nel 1467-69, fece costruire una cappella funeraria nella navata di destra e ad affrescarla chiamò il pittore Pietro Pocapaglia da Saluzzo, sconosciuto fino al 1977, quando fu rinvenuta la firma su un affresco, come il 'Maestro del Villar'. Nel 1978-79, durante i restauri della cappella con fondi messi generosamente a disposizione dal Rotary Club di Cuneo, furono riportati alla luce gli affreschi delle storie di San Giorgio. All'interno della cappella si possono ammirare gli affreschi e l'arca marmorea che l'abate Giorgio aveva fatto scolpire dai fratelli Stefano Costanzo e Maurizio Zabreri, originari di San Damiano Macra. L'importante complesso pittorico della cappella Costanzia è così sinteticamente descrivibile: su ogni vela della volta a crociera è raffigurato un evangelista sono rappresentati nell'atto di scrivere l'inizio del proprio Vangelo; sulla parete dell'altare antico: la Madonna in trono con il Figlio, fra santi e martiri; San Giorgio che battezza i Seleniti e la decapitazione del Santo; sulla parete a destra dell'altare: storie della vita di San Giorgio; sugli intradossi degli archi: i tondi con Santi, gli scudi araldici dei Costanzia, l'iscrizione dedicatoria con la firma di Pietro da Saluzzo; sulle pareti esterne della cappella: le storie della vita di San Giorgio; sul pilastro antistante la cappella: le stigmate di San Francesco.


La Cripta

Insieme alla cappella di San Giorgio, fu cura dell'architetto Arnaudo, competente e appassionato cultore di storia e d'arte, di restaurare e riportare alla luce nelle sue pure linee architettoniche la Cripta dell'Abbazia. É un vero gioiello, tra i più interessanti del Piemonte. Durante i restauri vennero scoperte la scala e insieme la porta con arco in pietra che davano accesso alla cripta. Sulla destra del vano si vedono le tracce della gradinata che dall'aula accedeva al presbiterio La cripta divisa in tre navate, con file di sette colonne isolate sormontate da capitelli che che sorreggono gli archivolti a tutto sesto poggianti su altre dieci colonne addossate al muro perimetrale. Ve ne sono di ottagonali e quadrangolari e poggiano tutte su rozze basi oggi messe in luce. Al di sopra della cripta si trovano le tre absidi delle tre navate originarie e a ridosso dell'abside di destra nella zona presbiterale è inserito il campanile di epoca romanica.


La Chiesa

La chiesa barocca, costruita a partire dal 1722 su progetto di Francesco Gallo, non eliminò del tutto la struttura precedente databile a fine XI secolo. L'abside e il campanile sono di chiara origine romanica, mentre si può notare l'intervento ottocentesco della facciata con timpano triangolare addossato al campanile sul lato settentrionale. Il corpo di fabbrica principale è di epoca barocca, mentre la facciata ha subito rimaneggiamenti ottocenteschi nelle decorazioni. La chiesa è composta da una navata centrale da cui si aprono due cappelle laterali, una sulla destra e una alla sinistra. Murata nella navata sinistra, presso la balaustra è conservata la pietra su cui, secondo la tradizione, fu decapitato San Costanzo, intrisa del suo sangue, la si può vedere protetta da un vetro. Dalla navata di destra invece si può accedere alla cappella Costanzia.


I Ciciu

Sulle prime pendici della Costa Pragamonti, poco oltre le ultime case della borgata Pramallè, è ben visibile anche da lontano un buon numero di grandi colonne in tema, sormontate da un grosso masso di pietra, che somigliano ad enormi funghi dalle più svariate forme e dimensioni e che la voce popolare ha sempre chiamato: i Ciciu. Racconta la leggenda che i Ciciu siano dei soldati romani i quali, inseguendo san Costanzo, furono pietrificati per volontà di Dio. In realtà questa riserva custodisce al suo interno un singolare fenomeno di erosione geologica che, nei secoli, ha portato alla formazione dei Ciciu. Le grandi colonne di terra giallastra, sormontate tutte da un enorme masso di pietra bruna, le ha costruite l'acqua, attraverso dilavamenti, che durano da millenni erodendo progressivamente il terreno l'acqua lascia alla fine, dritti, questi curiosi funghi, alti alcuni circa 10 metri. Sono composti da terra argillosa e friabile, frammista a granuli di quarzo e lamelle di mica, con profondi solchi verticali. I cappelli sono massi erratici di gneiss compatto, di colore grigio scuro. All’interno della Riserva de Ciciu è possibile praticare trekking e bouldering. L’area è dotata di un punto accoglienza e zona picnic. Nei dintorni è possibile praticare mountain-bike, deltaplano e parapendio.

Cenni Storici LIS


I Ciciu LIS

CREDITS

Regia: Paolo Ansaldi
Post-Produzione: VDEA Produzioni
Traduzioni: Europa 92


FINANZIAMENTI

Rotary Club Cuneo