MANTA, Santa Maria del Castello

La chiesa

Non si conosce la data di edificazione della chiesa, ma si ritiene sia stata costruita tra 1416 e 1426, quando Valerano di Saluzzo resse il Marchesato al posto del fratellastro Ludovico. In quegli anni Valerano fece del castello la propria residenza, lo ingrandì e commissionò gli eccezionali affreschi della Sala Baronale. La famiglia dei Marchesi poteva assistere alla messa dalla tribuna in controfacciata (oggi ricostruita), ma la chiesa serviva anche da parrocchiale al borgo di Manta, insieme alla più antica Santa Maria del Monastero. All’epoca, la chiesa era ad aula unica, ma nel tempo venne più volte rimaneggiata: la copertura lignea fu sostituita da una volta a botte e furono aperte cappelle laterali, come quella dedicata alla Madonna del Rosario – demolita nel 1958 – della quale ancora si vede l’arco di ingresso. Questi interventi causarono la distruzione di buona parte degli affreschi quattrocenteschi che decoravano la navata, oggi in parte recuperati ma difficilmente leggibili. La chiesa fu ceduta in comodato dal Comune di Manta al F.A.I. nel 1986 ed è stata oggetto di un lungo e impegnativo restauro conclusosi 2004.


Il coro

Nonostante l’inserimento del tramezzo alle spalle dell’altare, gli affreschi del coro si sono conservati quasi integralmente. Il ciclo è databile forse intorno al 1427, quando la chiesa divenne parrocchiale; si tratta di uno dei migliori esempi dell’arte del Gotico Internazionale, di cui il castello della Manta è un vertice indiscusso. La fascia inferiore delle pareti è occupata da una decorazione a motivi geometrici; più in alto le Storie della Passione di Cristo si snodano su due registri senza soluzione di continuità, da sinistra verso destra, fino ad arrivare alla grande parete di fondo con la Crocifissione. Sulla parete è stata collocata la lapide di Gasparo Tapparelli di Lagnasco, morto nel 1553 in tenera età. I personaggi dai volti fortemente caratterizzati – quasi delle caricature - si affollano all’interno di architetture aperte come case di bambola. Essi sono dipinti con colori preziosi e con grande attenzione per i particolari della moda, gli elementi botanici, gli scorci paesaggistici: basterà fermarsi a osservare per scoprire piantine di fragola, animali, mulini a vento, cappelli e armature dalle mille fogge…


La cappella del Cristo Risorto

Lungo la parete destra si apre la cappella del Cristo Risorto, voluta da Michele Antonio di Saluzzo che qui fu sepolto nel 1609, come ricorda la superba lastra tombale sul pavimento.
La cappella è a pianta quadrata ed è interamente rivestita da affreschi e stucchi, pienamente in linea con il gusto in voga tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. La decorazione è incentrata sulle Storie di Cristo che vengono narrate in medaglioni aperti sulle pareti e sulla volta, fino a terminare nella tela con il Cristo Risorto.
Dalle quattro vele angolari ci osservano intense figure di profeti, abbigliate con grande eleganza. L’intervento viene attribuito a Giovanni Angelo Dolce, pittore saviglianese che qui si espresse al meglio delle sue capacità pittoriche e scenografiche.


CREDITS

Regia: Paolo Ansaldi
Post-Produzione: VDEA Produzioni
Traduzioni: Europa 92
Copywriter e ricerca: Laura Marino


FINANZIAMENTI

Comune di Manta


RINGRAZIAMENTI

Loredana Conte
Fondo Ambiente Italiano


PER SAPERNE DI PIÙ

www.comune.manta.cn.it
www.fondoambiente.it/luoghi/castello-della-manta