FOSSANO, Castello degli Acaja

Storia

Simbolo della città di Fossano, il castello si erge alle spalle della centrale Via Roma, ed è oggi circondato da una vasta piazza. La sua costruzione sancisce un momento di svolta nella storia della città. All’inizio del Trecento, per avere protezione dagli attacchi dei poteri confinanti, i Fossanesi fecero atto di dedizione agli Acaja, ramo cadetto dei Savoia. In ragione di questa sottomissione, il principe si impegnò a costruire a proprie spese una fortezza, che risulta terminata nel 1332: quattro torri a pianta quadrata si ergevano verso il cielo, collegate da cortine merlate; un ampio fossato circondava la fortezza su tre lati e si superava con ponte levatoio. Dopo l’estinzione degli Acaja, i possedimenti passarono ai Savoia che, intorno al 1485, promossero la trasformazione del castello in palazzo; da questo momento la struttura sarà utilizzata prevalentemente come residenza.


Il cortile

All’interno del cortile si percepiscono le varie fasi di vita di questo edificio. Il bel porticato è un’aggiunta quattrocentesca e mostra una serie di capitelli con foglie e lo stemma dei Savoia. La manica di fronte all’ingresso costituiva il palazzo vero e proprio e ospitava le stanze di rappresentanza del Duca; questa parte era abbellita da un loggiato su due piani poi distrutto, mentre si vedono ancora tracce di affreschi quattrocenteschi al primo piano. Dalla fine del Seicento il castello non è più utilizzato come residenza, ma come prigione soprattutto per i Valdesi. Un passaggio laterale conduce ai sotterranei: qui, anche grazie alla presenza di una ghiacciaia, la temperatura era bassa e consentiva lo stoccaggio e la conservazione di beni alimentari. Il collegamento diretto con le cucine garantiva la massima efficienza.


La sala delle grottesche

La sala delle grottesche è l’unico ambiente decorato giunto fino a noi. La sua realizzazione di deve al pittore fiammingo Giovanni Caracca e risale alla fine del Cinquecento, quando il castello fu abitato dal duca Carlo Emanuele I e dalla moglie Caterina Michela d’Asburgo Infanta di Spagna. La stanza era probabilmente adibita all’uso personale dei duchi i cui stemmi compaiono al centro della volta. Anche le cartelle con il motto “fert” rimandano alla committenza sabauda. Lungo le pareti compaiono dei motti negativi e positivi; a questi fanno riferimento gli uccelli dipinti sulle lunette: un’arpia, un rapace, un uccello del paradiso e un pappagallo. Tutto intorno si stagliano sul fondo bianco esili grottesche dedicate agli dei del mondo antico. Le grottesche sono un particolare tipo di decorazione pittorica che si ispira alla pittura romana di epoca augustea; questo genere divenne di gran moda dopo la scoperta della Domus Aurea di Nerone.


Le torri e i camminamenti di ronda

La torre panoramica offre una fantastica vista a 360° sulla città e sull’arco alpino del Piemonte meridionale. Le strutture originarie hanno subito modifiche, come l’aggiunta dei loggiati a fine Cinquecento o l’inserimento dei torricini ottocenteschi, contenenti le scale di servizio. Le torri sono collegate dai camminamenti di ronda, ancora percorribili: essi erano in origine passerelle in legno con tettoie, solamente più tardi vennero realizzati in pietra e coperti.


L’archivio e la biblioteca

A partire dagli anni Ottanta del Novecento il castello è luogo di cultura e di memoria della città: ospita la biblioteca civica e l’archivio comunale. La biblioteca ha un patrimonio di oltre 145.000 volumi e organizza numerose attività di lettura e animazione per i più piccoli. L’archivio storico custodisce la storia cittadina fin dalle sue origini medievali, con documenti a partire dal XIII secolo, tra cui il “Libro verde” – una raccolta delle prime attestazioni pubbliche del neonato Comune –, l’atto di sottomissione ai principi d’Acaja del 1314, gli Statuti quattrocenteschi, le lettere patenti di Emanuele Filiberto per la concessione del titolo di “Città”. Agli atti documentari si affianca la serie delle mappe e dei catasti antichi: una testimonianza figurata del territorio dal Settecento al secolo scorso.


La donazione Mario Vallauri

Si tratta della biblioteca privata del celebre orientalista: un fondo librario di oltre quattromila volumi, comprendenti testi in sanscrito e in lingue morte; una collezione di bibbie antiche, numerose cinquecentine, edizioni di pregio che spaziano dalla medicina alla letteratura, alla botanica, ai testi di viaggio. In ragione della tipologia bibliografica e della rarità delle opere conservate è accessibile agli studiosi, che nella natura specialistica del settore trovano riscontri per le proprie ricerche altrimenti difficilmente reperibili.


Il castello oggi

Oggi il castello è un polo di attrazione turistica fondamentale per la città e fa da scenario alle manifestazioni più frequentate e suggestive, tra cui la storica Giostra dell’Oca, che rievoca il passaggio a Fossano di Carlo Emanuele I e l’Infanta di Spagna Caterina d’Asburgo, avvenuto nel 1585 in occasione del viaggio nuziale che dalla penisola iberica li condusse a Torino.


CREDITS

Regia: Paolo Ansaldi
Post-Produzione: VDEA Produzioni
Traduzioni: Europa 92
Copywriter e ricerca: Laura Marino
Crediti fotografici: Palio dei Borghi e Giostra de l'Oca - Foto Simone Mondino; Mirabilia al Castello di Fossano – Foto Andrea Macchia


FINANZIAMENTI

 
ROTARY CLUB Cuneo 1925

 
FONDAZIONE CRF


RINGRAZIAMENTI

Luca Bedino, Roberto Bianco, Agata Pagani, Federica Panero


PER SAPERNE DI PIU'

www.visitfossano.it