CUNEO, Memoriale Divisione Alpina Cuneense

La Stazione

La storia di questo luogo ha inizio intorno alla metà del XIX secolo, quando - grazie all’intervento di Carlo Brunet e Giacinto Castellani – la linea ferroviaria fu prolungata da Savigliano a Cuneo. La stazione fu inaugurata nel 1855 nella zona delle “basse” di Gesso e rimase per molto tempo l’unica della città. L’apertura della linea Cuneo – Ventimiglia comportò problemi logistici relativi al ricovero delle locomotive e alla gestione dei viaggiatori, ma bisognerà attendere il 1937 per vedere il completamento della nuova stazione di Cuneo Altipiano, che diventerà poi quella principale. Da questi binari partirono anche decine di tradotte cariche di soldati, dirette verso il fronte russo. Per questo motivo nel 2007, in occasione dell’ottantesima Adunata Nazionale Alpini a Cuneo, ha preso vita il progetto per fare di questo luogo storico un Memoriale. Un percorso pensato per ricordare e onorare la Divisione Alpina Cuneense e tutti i caduti in armi della Provincia di Cuneo che alla Patria hanno dato il loro contributo di fedeltà e di sangue. Il Memoriale si compone di un ricco allestimento collocato negli spazi della stazione e di un monumento all’aperto, dedicati a tutti quegli uomini che per servire la patria non sono più tornati "a baita".


L’allestimento

Spariti i viaggiatori, gli ambienti della vecchia stazione ospitano oggi l’allestimento del Memoriale Divisione Alpina Cuneense e ripropongono attraverso rari cimeli e pannelli illustrativi, la storia del Corpo degli Alpini dalla sua costituzione nel 1872 ad oggi. Sono state allestite per volontà di un comitato costituito dalle quattro sezioni dell’Associazione Nazionale Alpini (Ceva, Cuneo, Mondovì, Saluzzo) e con la collaborazione dell’Associazione Culturale Tracce di Memoria. Nella “Sala Tricolore” (ex biglietteria) vi accoglierà una moltitudine di oggetti: alle pareti, nelle teche, sui manichini abiti e cimeli donati dai reduci e dalle loro famiglie per non dimenticare questo grande capitolo del nostro passato. Ogni oggetto racconta una vicenda personale, ricorda i nomi e le storie di chi ha vissuto realmente ciò che siamo soliti studiare sui libri. Suscita grande emozione la bussola che condusse a casa gli 800 ragazzi della Colonna Meinero: incaricati di portare rifornimenti alla prima linea sul fronte del Don, alla notizia del ripiegamento intrapresero il lungo viaggio di ritorno in completa autonomia. A differenza delle migliaia di giovani che morirono di freddo e di stenti, quelli della Colonna fecero ritorno grazie alla guida del comandante Maurizio Meinero. In questa sala e negli spazi adiacenti si osservano poi la cucina da campo austriaca, le gavette e gli equipaggiamenti inadeguati dei nostri soldati accanto a quelli più tecnici dei nemici, le armi, le piastrine in metallo e in carta con i nomi, gli occhiali fessurati per muoversi in ambienti innevati. Nelle piccole sale del lato nord si può intraprendere un viaggio nella storia del corpo degli Alpini e conoscere l’evoluzione della loro divisa: dal primo cappello a bombetta, al colore dell’abbigliamento, fino all’introduzione della leggendaria penna nera, in occasione delle Cinque Giornate di Milano. Si entrerà in un’infermeria degli anni Trenta, attraversando una trincea della Grande Guerra, per arrivare poi all’epoca del secondo conflitto mondiale e all’esercito contemporaneo. È in fase di realizzazione un ampliamento con l’allestimento di una sezione dedicata alla campagna di Russia della Seconda Guerra Mondiale.


Il monumento

Il monumento – progettato da Studio Kuadra – è stato inaugurato il 15 ottobre 2016 e si sviluppa tra la vecchia stazione e il capannone del magazzino. Sullo sfondo sono i binari su cui sostano due vagoni originali, in ricordo della partenza dei soldati da questa stazione. Alla base del racconto ci sono i fatti storici tramandati dai sopravvissuti, da fotografie e dipinti, ma il tema viene sviluppato in forme semplici e inconsuete che coinvolgono l’osservatore e trasmettono emozioni. L’enorme landa bianca è composta da decine di triangoli in cemento armato che sono stati trattati con un bagno di polvere di marmo, in grado di conferire loro il candore e il brillìo della neve, spietata compagna nella marcia dei nostri Alpini verso casa. Anche l’andamento mosso della superficie rievoca le colline che continuamente incontravano lungo il cammino, tutte uguali e tutte da superare per avvicinarsi alla meta. Fonte di ispirazione per i progettisti sono state le immagini storiche e le mappe: da questi documenti appariva chiaro l’iniziale ordine delle truppe che si va via via rompendo, schiantato dal freddo, dalla fame e dalla fatica. Le lamelle del monumento si disperdono e affondano nella neve, come metafora della vita dei tanti uomini che non fecero più ritorno.


CREDITS

Regia: Paolo Ansaldi
Post-Produzione: VDEA Produzioni
Traduzioni: Europa 92
Copywriter e ricerca: Laura Marino


FINANZIAMENTI

ATL del Cuneese


RINGRAZIAMENTI

Silvio Garelli, Manuel Giuliano, Aldo Meinero, Alessandro Petracca


PER SAPERNE DI PIÙ

https://www.memocuneense.it