CUNEO, Cattedrale Santa Maria del Bosco

Cenni storici

L’antica cronaca di Cuneo cita la chiesetta di Santa Maria immersa “in una foltissima selva” come esistente prima della fondazione della città. Si tratta del priorato benedettino dipendente dall’abbazia di Borgo San Dalmazzo e divenuto sede di cura d’anime fin dal Duecento.
Santa Maria del Bosco fu vivace parrocchia nel cuore della città, come testimonia la presenza di ben 14 altari citati della visita pastorale del 1583: i patronati appartenevano a famiglie nobili e corporazioni di lavoratori come vignaioli, tessitori, calzolai e mugnai.
La riduzione di Cuneo a piazzaforte rischiò di travolgere anche questa chiesa, che fu esposta ai bombardamenti dei frequenti assedi, ma si mantenne comunque molto attiva. Tra 1643 e 1645 il parroco Monsignor Diego Della Chiesa riuscì ad istituire una collegiata di canonici.
Nella notte di Natale del1656 la volta della chiesa crollò rovinosamente: la ricostruzione avvenne in forme grandiose su progetto di Giovenale Boetto: la prima pietra fu posta il 18 marzo 1657, nel 1662 era già officiata e il 25 ottobre 1665 veniva solennemente consacrata. La chiesa superò gli assedi settecenteschi e la chiusura al tempo della rivoluzione francese; con l’abbattimento delle fortificazioni nel 1801 venne a trovarsi nel cuore dello sviluppo urbano. Anche per questo nel 1817, con l’elevazione di Cuneo a sede vescovile, divenne cattedrale. Iniziarono interventi di restauro e abbellimento, con la formazione della cupola su progetto di Stefano Rovere. Tra 1863 e 1866, con la realizzazione della facciata neoclassica progettata da Antonio Bono, la cattedrale fu idealmente raccordata alla vicina grande piazza (oggi piazza Galimberti). Ultimo intervento significativo fu la realizzazione della cripta per i sepolcri dei vescovi nel 1968.


Facciata

Rimase chiusa tra nuovi edifici nel 1832. Le difficoltà di raccordarla con i vicini palazzi e di salvaguardare il percorso dei portici vennero superate nel 1863 – 1866 con il progetto di Antonio Bono, con quattro grandi colonne scanalate sorreggenti il timpano con la dedica.


Battistero

Il vano fu sistemato nel 1875. Il fonte, attribuito alla bottega degli Zabreri, scalpellini della Val Maira, reca sul bordo la data 1490 e le prime parole del Credo.


Cappelle

Nove cappelle si aprono ai lati della grande aula quadrangolare. Sul lato sinistro, la cappella del Suffragio e la cappella di Santa Lucia ospitano rispettivamente le reliquie dei santi e il tesoro della Diocesi. La cappella di San Giuseppe (patrono della buona morte e dei minusieri) fu rinnovata intorno al 1646, con la bella tela con il Transito di San Giuseppe attribuita a Bartolomeo Caravoglia. Sul lato destro, nella cappella del Rosario, campeggia l’imponente altare con colonne tortili in marmo rosso. Secondo la tradizione proviene dalla chiesa di Sant’Agostino di Mondovì in seguito alle soppressioni napoleoniche. Le due grandi tele alle pareti di Luigi Morgari richiamano le devozione al Sacro Cuore e al Cuore Immacolato di Maria. Attualmente è la cappella del Santissimo Sacramento. Proseguendo verso la controfacciata, la cappella oggi dedicata a Sant’Anna presenta un prezioso apparato decorativo di stucchi e tele con le storie della vita di Sant’Agata: furono commissionate nel 1670 dalla Società dei tessitori al pittore Lelio Scaffa, per onorare la santa protettrice della corporazione.


Coro e presbiterio

Sono degni di nota il crocifisso ligneo di inizio Settecento e gli stalli del coro, ma ciò che colpisce è la meravigliosa pala dipinta da Andrea Pozzo, uno dei principali interpreti del Barocco italiano, nel 1685: raffigura la Madonna con il Bambino, San Michele e San Giovanni Battista.


Affreschi della cupola

Nella cupola Giuseppe Toselli, pittore di Peveragno, nel 1834 ha rappresentato l’Assunzione della Vergine e la partecipazione dei patroni di Cuneo: San Michele, San Giovanni Battista e il beato Angelo Carletti.


Arredo

Un ricco corredo di sculture decora la chiesa: tra queste vanno ricordati il bel crocifisso settecentesco attribuito al Plura, il San Michele che uccide il drago (molto caro ai Cuneesi), la Madonna con il Bambino di Antonio Roasio e il bel pulpito datato 1668.


CREDITS

Regia: Gianluca de Angelis
Post-Produzione: TEKLA TV
Copywriter e ricerca: Laura Marino


FINANZIAMENTI

 
ROTARY CLUB Cuneo 1925


RINGRAZIAMENTI

Don Roberto Gallo