BENE VAGIENNA, Area archeologica e museo

Augusta Bagiennorum

L’area archeologica di Augusta Bagiennorum si trova in località Roncaglia a Benevagienna. La città fu fondata alla fine del I secolo a.C. in una zona di importanza strategica per il controllo delle vie di comunicazione che collegavano la Pianura Padana con i valichi alpini e la Liguria. Il nome della città è riconducibile alle azioni intraprese dall’imperatore Augusto, nell’ambito del programma politico di riorganizzazione del Piemonte. La riscoperta dell’area avvenne a fine Ottocento, per opera di Giuseppe Assandria e Giovanni Vacchetta che, affittando i campi dai contadini, condussero diverse campagne di scavo. In tempi più recenti le indagini della Soprintendenza hanno consentito di conoscere con maggior precisione la storia dell’insediamento. La città romana aveva forma di trapezio ed era cinta su tre lati da un fossato e da una palizzata in legno. Il quarto lato era protetto dal torrente Mondalavia. L’abitato era articolato in insulae (isolati di forma rettangolare) e vi si accedeva da due porte: la Decumana a sud-ovest e la Praetoria a nord-est.


San Pietro, l’acquedotto e il Capitolium

La visita ha inizio dalla chiesetta campestre di San Pietro, edificata e decorata nel XV secolo nei pressi dei resti dell’acquedotto romano. Il sistema idrico captava le acque di una sorgente ai piedi delle colline e si sviluppava in città in condotti che correvano sotto il manto stradale; la distribuzione dell’acqua era affidata a condutture in terracotta e piombo. Percorrendo la strada sterrata accanto alla chiesetta, che ricalca in parte il tracciato del decumano massimo, si raggiunge il foro, il cuore della città. Quest’area era suddivisa in due parti dal decumano: a sud-est erano gli edifici con destinazione civile, a nord ovest il più importante tempio cittadino, collocato su un alto podio e chiamato Capitolium. Era dedicato probabilmente alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva) ed era caratterizzato da un pronao davanti alla cella, una scalinata di accesso e un portico su tre lati. Sebbene non sia nota con precisione la struttura dell’edificio, recentemente è stata proposta una parziale ricostruzione per analogia con edifici simili della Gallia Cisalpina. Dopo un periodo di abbandono, in epoca medievale quest’area venne destinata a spazio di sepoltura, come testimoniano le tombe disposte intorno all’edificio.


Il teatro

Già individuato a fine Ottocento, il teatro fu riportato alla luce e pesantemente restaurato a metà del XX secolo. Costruito su un terrapieno artificiale, il teatro presentava una cavea con un diametro di 57 metri, sviluppata su due ordini di gradinate in grado di contenere circa 3.000 spettatori. I muri radiali e i vani ciechi che ancora si vedono erano riempiti di terra e avevano la funzione di sostenere le gradinate. La scena era lunga 42 metri e sul palcoscenico si aprivano tre porte che consentivano l’ingresso degli attori. Quelle oggi visibili nell’area archeologica sono ricostruzioni degli anni Settanta, mentre gli architravi originali – ritrovati negli scavi ottocenteschi – sono esposti al Museo Archeologico, nella Sala Assandria. La scena era decorata da nicchie e statue in marmo di Luni anch’esse in parte conservate in museo. Alle spalle del teatro era collocato uno spazio porticato che assicurava il riparo degli spettatori in caso di maltempo.


Il tempio e il foro

Oltre il porticato alle spalle del teatro si estendeva il foro. Qui si ergeva un altro tempio, dedicato ad una divinità ad oggi non identificata, forse Bacco in considerazione del suo rapporto con il mondo del teatro. Questo edificio aveva una cella rettangolare e un pronao con quattro colonne che terminavano con elaborati capitelli corinzi. Tra V e VII secolo d.C., su questa struttura si svilupparono una basilica paleocristiana e successivamente – in epoca longobarda – una chiesa a tre navate. Le strutture degli edifici sono ancora chiaramente identificabili. Da questo punto, guardando verso il poggio del Capitolium, avrete davanti a voi il vasto spazio del foro, anche se ad oggi non resta più nulla della grande piazza rettangolare – 36 x 115 metri. Era pavimentata in ciottoli e circondata da portici, botteghe e terme. Al centro si ergeva la basilica civile: un edificio a più navate destinato ad avvenimenti di carattere politico, giuridico o amministrativo (oggi non più visibile).


L’anfiteatro

Uscendo dall’area archeologica e percorrendo la via asfaltata verso Roncaglia si giunge all’anfiteatro che sorgeva al di fuori del perimetro urbano. Le indagini archeologiche dei primi anni Duemila hanno riportato alla luce il settore occidentale, mentre l’arena e la metà orientale sono ancora da indagare. Anche questo edificio fu costruito su un terrapieno artificiale, aveva forma ellittica con diametri rispettivamente di 105 e 77 metri. Le murature ancora visibili si riferiscono al sistema di contrafforti che sostenevano il prospetto ad archi e agli avancorpi che davano accesso alle gradinate dell’ordine superiore. Fu costruito probabilmente poco dopo la fondazione della città e utilizzato fino al III secolo d.C. Dopo l’abbandono e il parziale crollo, la struttura fu utilizzata per uso abitativo ancora in età tardo antica.


Il Museo

Per terminare il percorso di conoscenza di Augusta Bagiennorum è d’obbligo una tappa al Museo Archeologico, allestito negli spazi dell’elegante Palazzo Lucerna di Rorà, nel centro di Benevagienna. Nato ad inizio Novecento per volontà di Assandria e Vacchetta, il museo ospita i reperti provenienti dagli scavi, ricostruzioni, approfondimenti e apparati multimediali. Al piano terreno si trovano elementi architettonici monumentali appartenuti agli edifici maggiori, come il teatro, l’acquedotto, i templi; l’ultima sala è dedicata alle tecniche edilizie e mostra la ricostruzione della pavimentazione del calidarium, ambiente riscaldato delle terme urbane. Particolarmente interessante è la sala al primo piano (sala Assandria) che esibisce i reperti secondo i criteri espositivi ottocenteschi: nella grande vetrina in legno al centro della sala sono esposti oggetti di uso comune come lucerne, specchi e giochi, corredi funerari, frammenti di materiali per la decorazione; alle pareti sono murate le cornici delle porte del teatro, fregi, mattoni e numerose epigrafi provenienti dalla città e dal territorio.


CREDITS

Regia: Paolo Ansaldi
Post-Produzione: VDEA Produzioni
Traduzioni: Europa 92
Copywriter e ricerca: Laura Marino


FINANZIAMENTI

ATL del Cuneese


RINGRAZIAMENTI

Damiano Beccaria, Luciano Oreglia


PER SAPERNE DI PIÙ

https://www.comune.benevagienna.cn.it/ita/pagine.asp?id=176&idindice=5&title=Area%20Archeologica